Cantinarismo, tecniche e sicurezza. Ne parliamo col prof. Daniele Naviglio

Il prof. Daniele Naviglio è il celebre chimico, docente presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, virtuoso esperto nel mondo delle estrazioni solido-liquido ed inventore del Naviglio Estrattore®. Norberto Gallo, professione insegnante, vaper esperto e membro attivo dello Staff di Alkemikosvapo.com, lo ha videointervistato, con l’obiettivo di mettere ordine nel mare di impressioni personali e credenze popolari, che spesso fanno del cantinarismo un fenomeno più complicato di quello che è realmente.

Alkemikosvapo.com si è sempre impegnato a raccontare solo ed esclusivamente ciò che trovava conferma negli studi e nei testi scientifici più autorevoli, perché con la salute non si scherza, ed è un onore scoprire che quanto raccolto nel blog nel corso di questi anni trova ampia conferma nelle autorevoli parole dell’esperto Accademico.

Facciamo alcune riflessioni, partendo dalle domande e risposte contenute nell’intervista qui condivisa.

Dopo le dovute presentazioni ed una descrizione sommaria del metodo Naviglio, il Professore, interrogato sul fumo, sullo svapo, sui liquidi e sui rischi correlati, spiega che le gravi minacce per salute legate al fumo sono note da lungo tempo e non sono assolutamente paragonabili a quelle eventualmente derivanti dallo svapo, in quanto la combustione delle sigarette tradizionali trasforma radicalmente i composti chimici di partenza, generando numerosi prodotti tossici.
Riguardo alla vaporizzazione dei solventi utilizzati nel settore svapo, in particolare glicole propilenico, glicerolo vegetale, alcol etilico e acqua depurata, il prof. Naviglio si sente di tranquillizzare gli utilizzatori, in quanto non dannosi alle dosi considerate. Quindi, il Professore include anche l’alcol etilico inalato a basse concentrazioni, confermando la tesi, sempre sostenuta nel blog, dell’innocuità dei residui alcolici eventualmente presenti negli aromi estratti attraverso le tecniche di concentrazione mediante l’utilizzo di più solventi.
Discorso a parte va fatto per l’eventuale combustione parziale di questi solventi, innescata da resistenze a temperature troppo alte. Lo stesso pericolo può riguardare le sostanze aromatizzanti aggiunte. A tal proposito, il Professore propone di controllare le temperature a cui si svapa, in modo da limitarsi all’innocua vaporizzazione ed evitare fenomeni combustivi parziali. Per lo stesso motivo, in una recente diretta Facebook, Alkemikosvapo ha raccomandato di dedicare particolare attenzione quando si rigenerano gli atomizzatori e quando si scelgono le potenze di erogazione, prediligendo sempre flussi termici adeguati al tipo di atomizzatore ed al tiro, in modo da ottenere uno svapo sempre fresco.

Concentrandoci sul discorso relativo agli estratti, il prof. Naviglio raccomanda cautela nella scelta dei materiali vegetali, perché alcuni possono contenere sostanze pericolose. Il consiglio è quello di attenersi alle raccomandazioni della farmacopea ufficiale. Per i tabacchi, può essere utile verificare la presenza di sostanze aggiuntive pericolose, anche attraverso la consultazione delle tabelle AAMS, e di ricorrere, eventualmente, ad analisi degli estratti presso centri specializzati, soprattutto per misurarne la stabilità e per titolare le sostanze nocive eventualmente presenti, come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) che potrebbero essere presenti nei tabacchi di tipo fire cured. Chi non intendesse far analizzare i propri estratti casalinghi, dovrà accettare gli stessi rischi che si possono correre, per esempio, nel confezionamento delle conserve fatte in casa e farne un uso strettamente personale, come più volte ribadito nel blog e in tutte le pubblicazioni firmate Alkemikosvapo.

Interrogato su quali molecole caratterizzino il gusto del tabacco, il prof. Naviglio risponde che si tratta di molecole volatili di tipo terpenico, aldeidico ed esterico. A tal proposito, in un passaggio dell’intervista il Docente cita il limonene e lo definisce una sostanza priva di tossicità, validando ulteriormente una tesi più volte sostenuta in Alkemikosvapo.com ed estensibile ad altri terpeni parimenti innocui.

Giunti a questa fase dell’intervista, Norberto ha posto una serie di quesiti relativi alle tecniche di estrazione più diffuse tra i cantinari ed il prof. Naviglio le ha così commentate:

  • Metodo Azhad – Il prof. Naviglio conferma l’utilità di trattare il materiale vegetale con alcol etilico per un paio di giorni, prima di effettuare la macerazione in solventi viscosi, come il glicole propilenico. L’alcol etilico scioglie una serie di sostanze che coprono i pori delle membrane vegetali, favorendo la successiva macerazione in glicole propilenico. Diversamente, l’estrazione si prolungherebbe per molti mesi o potrebbe addirittura non avvenire, con certi tipi di materiali vegetali.
    Il Professore suggerisce di non prolungare la macerazione oltre i 3 mesi, perché la qualità dell’estratto ne risentirebbe, e di agitare saltuariamente il macerato, allo scopo di perturbare le zone di equilibrio soluti-solvente che si formano intorno alla matrice vegetale, come suggerito nella Tecnica per novizi proposta nel blog.
  • Metodo di macerazione a caldo – Il calore accelera il processo diffusivo ed accelera la macerazione. Tuttavia, alcune sostanze possono subire trasformazione a scapito della qualità dell’estratto. Il Professore conclude che, nell’eventualità di poter evitare questa tecnica, sarebbe meglio sceglierne altre.
  • Metodo della macerazione in alcol etilico, filtrazione, evaporazione dell’alcol e dissoluzione dell’essenza concreta in glicole propilenico – Il prof. Naviglio sostiene che sicuramente un paio di giorni di macerazione in alcol etilico possono essere sufficienti ad aprire i pori della matrice vegetale, ma non sono sufficienti a portare a termine un’estrazione. La macerazione deve procedere per 2-3 settimane. Questo accorgimento potrebbe trovare applicazione nella tecnica descritta in Alchimie di vapore 2, in sostituzione dei 7 giorni di macerazione in alcol con agitazione e spremiture frequenti.
    Il Professore raccomanda l’evaporazione dell’alcol etilico a bassa temperatura, lasciando evaporare all’aria, se non fosse possibile l’impiego dell’evaporazione sottovuoto.
  • Metodo dell’estrazione ultrasuono-assistita: il prof. Naviglio la descrive come una tecnica che accelera il processo estrattivo, grazie all’azione meccanica delle onde ultrasonore, ma non priva di difetti, soprattutto a causa del maggior quantitativo di impurità che si generano e che possono complicare la fase di purificazione, come descritto in Alchimie di vapore 2, a pagina 15. Alcuni suggerimenti a riguardo sono reperibili in Alchimie di vapore 3.

L’intervista prosegue chiedendo al Professore alcuni chiarimenti in merito alle procedure di filtrazione e purificazione degli estratti. In particolare, Norberto chiede chiarimenti riguardo ai vari filtri disponibili ed al talco micronizzato. In particolare, di quest’ultimo ne viene chiesta la sicurezza.
Il prof. Naviglio afferma che non si può dare una regola universale, ma fornisce qualche suggerimento. Le impurità grossolane, visibili ad occhio nudo, possono essere filtrate efficacemente con filtri di carta, tessuto o talco. Riguardo al talco, il Professore dice che, al pari della carta, questo viene impiegato per la sua capacità di adsorbire le impurità e di lasciar passare le sostanze in soluzione. Quanto ai filtri molto serrati (0.20-0.45μm), il consiglio è quello di evitarli, perché possono trattenere componenti di natura colloidale che contribuiscono all’aroma dell’estratto.

L’intervista si conclude con la disponibilità del prof. Daniele Naviglio di sottoporre ad esami di laboratorio alcuni estratti di tabacco cantinari.
Speriamo di poter assistere presto alla seconda puntata.



 

Lascia un commento