Lo Svapo in Rosa

Donne e svapo. Parliamo di svapo dal punto di vista femminile con Anna Corbosiero, detta Sissi. Ex-fumatrice, svapatrice e vicepresidente e responsabile immagine e comunicazione di ANPVU (Associazione Nazionale Per i Vapers Uniti).

Sissi, parlaci di te. Come sei diventata svapatrice?
Era il 2012 e un amico stava per diventare papà e decise di smettere di fumare. Mi parlò delle e-cig e io iniziai ad informarmi o, meglio, a studiare. A gennaio del 2013, acquistai il mio primo PV, vaporizzatore personale, io preferisco chiamarlo così. Un DSE901 Sailebao da 280mAh, per un tempo di ricarica di più di due ore. Simpatiche perdite di liquido e bevute varie; una scelta piuttosto temeraria! L’unico errore che feci, fu quello di eliminare subito la nicotina. Infatti, dopo più di un anno di nervosismi, la reintegrai e da allora l’ho scalata fin quasi arrivare a zero. Quello che mi spinse davvero a conoscere questa nuova tecnologia, fu il bisogno di assecondare il mio animo profondamente nerd. Mi immaginavo in spiaggia con l’e-book reader e l’e-cig. Impagabile fu la possibilità di liberarmi delle tastiere in silicone per PC, scomode, ma le uniche che mi evitavano il fastidio della cenere che cadeva tra i tasti durante le lunghe nottate trascorse a digitare e intossicarmi. Il clima rigido del mese di gennaio mi ha convinta nella scelta di smettere di fumare, perché essere freddolosi e svapatori è un connubio vincente: mai più finestre spalancate in pieno inverno!

Dai forum, ai social, all’attivismo. Un’evoluzione che merita di essere raccontata.
In realtà la consecutio è stata un po’ diversa: dai forum, all’attivismo, ai social. I forum mi hanno insegnato tutto quello che so di teorico e la pratica ha fatto il resto. In particolare, devo ringraziare il blog Esigarettaportal.it e tutti gli amici virtuali che ho tartassato con le domande più disparate. Sono sempre stata una fautrice della portabilità e del “minimo ingombro col massimo rendimento” e gli amici del forum hanno dovuto insistere proprio tanto per farmi provare una box. Io lo chiamavo il minimondo dello svapo e decantavo quello che ho battezzato “modus svapandi”, con particolare attenzione alle esigenze femminili: praticità e portabilità. Ai tempi, niente Pod Mod e anche una eGo sembrava ingombrante.
Non ricordo esattamente come ci sono arrivata, ma l’anno scorso creai un profilo ad hoc ed iniziai ad esplorare Facebook. Da lì, qualcuno che già mi conosceva sui forum iniziò a contattarmi. Tra questi, c’era il presidente di ANPVU, Carmine Canino, che, d’accordo col Direttivo, mi diede fiducia, chiedendomi di collaborare con l’Associazione.
Ci tengo a precisare che ho sempre tratto informazioni e spunti per gli acquisti anche da YouTube, che tuttora ritengo essere il mezzo più efficace per comunicare.

Come vivi da donna il mondo del vaping?
Lo vivo compenetrandomi talmente tanto nel mio essere donna, che tempo fa, in uno dei forum che frequento, intitolai una discussione “Femme svapà”. Sono una donna del Sud e il titolo nasceva dal gioco di parole tra femme (donna, in francese) e fammi nel mio dialetto. Fammi svapare! Non ha avuto molto successo, perché di donne nei forum di svapo ce ne sono pochissime.
L’intento era quello di scambiare opinioni sul personale modus svapandi, ma su un piano pratico: il rapporto tra i materiali dei drip tip ed i rossetti, l’igiene in borsa, la ricerca del PV da abbinare alle scarpe, le dieci mani che dovrebbe avere una donna per gestire tutto ciò di cui si occupa, etc.
Oggi, da donna non proprio giovanissima, inondata da commenti quando tira fuori una box durante una cena o che ha bisogno di qualcosa di discreto da abbinare ad un abito elegante, vedo di buon occhio l’avvento di box compatte e Pod Mod.

Dove abbiamo sbagliato? Dal 2017, il numero di fumatori e fumatrici è praticamente uguale, eppure per strada si vedono più svapatori, che svapatrici.
Nessuno ha sbagliato nulla. Semplicemente, non si è tenuto conto del fatto che le donne, in linea di massima, preferiscono oggetti semplici e che facciano il proprio lavoro, senza complicazioni di sorta. Io da appassionata di elettronica, sono stata sin da subito affascinata dalla parte scientifica dei vaporizzatori, preferendo sistemi rigenerabili. Ricordo ancora quando, agli albori dello svapo, eseguivo le mie prime rigenerazioni su testine non rigenerabili. Invece, tutte le mie amiche sono più interessate alla sicurezza ed alla praticità. Se ci fosse più informazione, sono sicura che vedremmo molte più donne con un PV in borsa, in particolar modo, molte più mamme.
Comunque sia, da quando frequento i social, ho avuto modo di scoprire che le donne che si appassionano e studiano la fisica di base che sta dietro ad un PV sono più degli uomini, almeno in termini qualitativi. In parole povere, se vedete una donna che rigenera o usa un meccanico, nella maggior parte dei casi, sa ciò che sta facendo. Non posso dire altrettanto degli uomini, purtroppo…

Voglio cogliere la tua provocazione e ti chiedo una riflessione sul fatto che nello svapo l’uomo di fama è definito influencer, mentre la donna è sempre indicata come vape model. Eppure, se usciamo per un attimo dallo svapo-mondo e pensiamo a donne come Chiara Ferragni, le donne influencer esistono. Come si spiega quest’anomalia?
Non diamo tutta la colpa agli “uomini bruti” che strumentalizzano le donne. Ogni donna sa come usare il proprio corpo e, almeno nel mondo dello svapo, è libera di farlo come preferisce. E, a dirla tutta, non è che io conosca tanti influencer maschi. Diciamo, piuttosto, che sono più quelli che si sentono tali, rispetto a quelli che lo sono davvero. Comunque, recentemente ho visto in giro qualche uomo puntare sul proprio aspetto fisico, anche nel mondo dello svapo, e molte donne cercare, anche con successo, di staccarsi dall’immagine di modella che hanno sfruttato per farsi conoscere. Tempo al tempo, questo è un settore giovane.

Restando ancora fuori dallo svapo-mondo, vorrei farti una domanda dolorosa. È vero che per l’uomo il mondo è al massimo un falso piano, mentre per la donna è più spesso in salita?
È così perché noi donne siamo più forti e possiamo sopportare imprese più impegnative. Questa è la risposta che mi do quando mi pongo la stessa domanda. L’ideale sarebbe un mondo in cui non ci fosse bisogno di porsela.

Me lo auguro anch’io e ti chiedo se è possibile un mondo senza differenze di genere e cosa possono fare gli uomini e le donne perché un mondo più equo non sia solo una speranza.
È un’utopia e, a mio avviso, è anche sbagliato cercare di perseguire l’obiettivo in questa forma. Mi spiego meglio. Le differenze di genere sono importanti, in quanto insite nel nostro genoma. Non voglio parlare solo di uomini e donne. Ogni genere ha il diritto di essere espresso nelle sue mille sfaccettature ed è questo che rende interessante socializzare e confrontarsi. Pensa che noia se ci fossero solo uomini cacciatori e donne che badano alla prole. Se un uomo dovesse solo esaltarsi per una gara sportiva ed una donna per un film romantico… Per non parlare di tutti gli altri generi che devono per forza essere incasellati in terminologie rigide. La propria sessualità nulla ha a che vedere col proprio animo o col proprio carattere, ma spesso si confonde con la definizione di genere ed è per questo che ho voluto affrontare in questo modo la tua domanda e sono sicura che non verrò fraintesa.

Sei stata chiarissima.
Tornando allo svapo, come e cosa svapano gli uomini e le donne? Ma, soprattutto, come e cosa svapa Sissi?

Generalizzando in maniera esagerata, è risaputo che gli uomini svapano tabacchi organici in bottom feeder e che le donne svapano frutta in flavour (ride). Ovviamente, scherzo, perché sappiamo tutti che non è così. Quello che ho notato è che le donne sono più aperte ai cambiamenti, provano volentieri qualcosa di nuovo, se gliene si parla bene. Quindi, signori uomini, attenzione! Potrebbe essere un atteggiamento indicativo di qualcosa. Ma di cosa?
Personalmente, resto fedele per lunghissimi periodi al mio gusto preferito, variando di poco, magari cambiando marca di aroma (non amo i liquidi pronti, devo dare sfogo alla mia fantasia), ma resto sempre vicina alla mia ricetta originale. Insomma, sono fedele!
Ogni tanto d’estate mi capita di fare qualche tiro di limone e per un lungo periodo ho svapato pesca assoluta, ma sempre di guancia e, ormai da molti anni, in tank rigenerabili.

Se dovesse esistere un liquido chiamato “Sissi”, cosa ci troveremmo dentro?
Senza ombra di dubbio, nocciola e caramello. Tutti i miei amici si sono stufati di sentirmi parlare del mio mix nocciolcaramelloso, anche se ne apprezzano l’aroma!

Bene, Sissi. Siamo alla conclusione e ai saluti. Anche a nome di quanti e quante leggeranno la tua intervista, io ti ringrazio per averci permesso di conoscere qualcosa di più delle donne e di come vivono lo svapo, che, ricordiamolo ancora una volta, è lo strumento più efficace per smettere di fumare. Questo è il significato più profondo dello svapo ed è l’unica cosa che davvero unisce svapatori e svapatatrici, di qualsiasi provenienza ed appartenenza.
Devo ringraziarti, anche per avermi dato l’opportunità di raccontare un po’ di me, ed estendo il ringraziamento a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere i miei sproloqui.
A quanti vorranno conoscermi meglio, lancio l’invito a visitare il luogo in cui, da un annetto a questa parte, trascorro più tempo: l’ANPVU (Associazione Nazionale Per i Vapers Uniti), l’unica Associazione di soli Consumatori di prodotti per il vaping in Italia, che ha lo scopo primario di aiutare chi vuole smettere di fumare ad avvicinarsi allo svapo e, non meno importante, l’intento di comunicare con Istituzioni, media e classe medica, per far sì che lo svapo in Italia abbia il giusto riconoscimento come mezzo più efficace per la riduzione del danno. A tal proposito, ricordo a tutti gli svapatori e a tutte le svapatrici di firmare l’iniziativa dei cittadini europei Vaping Is Not Tobacco. È importante per il futuro dello svapo.
Ecco, ora è davvero tutto.


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