Il diacetile – Verità e falsi miti

In molti forum e siti internet si leggono allarmi e perplessità riguardo al diacetile, una molecola ampiamente utilizzata nell’industria degli aromi artificiali, largamente impiegata anche dall’industria degli aromi per sigarette elettroniche. In questo articolo cercheremo di farci un’idea su verità e falsi miti, col supporto della letteratura scientifica.

La pubblicazione di questo articolo potrebbe far storcere il naso ai puristi della macerazione, ma sarebbe di supporto a quanti non disdegnassero miscelare aromi naturali e artificiali, alla ricerca di gusti che la macerazione da sola non riuscirebbe ad accontentare.

Il diacetile è un composto chimico della famiglia dei dichetoni, sottoprodotto naturale dei processi di fermentazione, in particolare di quello della birra. Il gusto che restituisce è “burroso”.
Le aziende che producono liquidi per sigarette elettroniche lo utilizzano per conferire sentore di burro ad aromi cremosi e biscottosi.

Per comprendere le cause dell’allarmismo dobbiamo passare attraverso un argomento complesso, come la sicurezza in ambiente lavorativo (ambito di cui mi occupo per professione).
Qualche anno fa si è scoperto che il diacetile provoca danni all’apparato respiratorio in lavoratori esposti per motivi professionali al composto, come i lavoratori dell’industria alimentare. L’esposizione prolungata a questo agente chimico provoca sul lungo corso una malattia nota come bronchiolite obliterante. L’alta frequenza della malattia nei lavoratori dell’industria americana del popcorn ha fatto valere alla malattia il soprannome di “polmone del lavoratore di popcorn”. Qualcuno usa semplificare il soprannome in “polmone a popcorn”, alludendo al fatto che l’interno del polmone possa assumere questa forma, ma siamo ben lontani dalla verità.

Il NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) ha quantificato l’esposizione professionale accettabile in 5ppm (parti per milione) di diacetile nell’aria, per 8 ore consecutive, per 40 ore settimanali. Per quanto riguarda l’esposizione a breve termine, il NIOSH raccomanda di non superare le 25 ppm per un tempo di 15 minuti.

Quando i vapers hanno scoperto che molti liquidi destinati al loro uso contenevano diacetile, il collegamento logico è venuto spontaneo e a molti è sorto il dubbio che a lungo andare svapare questi prodotti possa provocare le stesse malattie.
Gli stessi produttori di eliquids sono corsi ai ripari proponendo prodotti “diacetyl free” che tranquillizzassero i consumatori, sostituendo il diacetile con sostanze alternative.

Ma quanto sono fondati questi timori?

Il Dott. Farsalinos, medico noto per le sue attente ricerche sul mondo della sigaretta elettronica, ha contabilizzato un’esposizione media al diacetile di circa 56µg al giorno (ricordiamo che il µg è la milionesima parte del grammo) nei vapers che svapano una media di 3ml di eliquids contenenti diacetile.
Se ipotizzassimo un lavoratore dell’industria degli aromi che inala per 8 ore aria contenente le 5ppm di diacetile ammesse dal NIOSH, otterremmo un transito attraverso le vie respiratorie di circa 18mg di diacetile (valore calcolato assumendo una frequenza respiratoria media di 12 atti al minuto e 500ml di volume corrente), ovvero, più di 300 volte la quantità di diacetile inalata da un vaper in un giorno intero.

In conclusione, l’allarme relativo alla possibilità che il vaper possa incorrere nella bronchiolite obliterante a causa del diacetile non trova il supporto nei numeri.

(Si ringrazia l’utente Ciro per essere stato di ispirazione alla stesura dell’articolo)



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