Vaping: il caso Maddie Nelson fa acqua da tutte le parti.

Foto condivisa dalla stessa Maddie Nelson a monito per tutti i vapers

Un nuovo tam tam mediatico su una potenziale vittima di svapo. Questa volta si tratta della giovanissima Maddie Nelson. Ma la sua vicenda non è per nulla chiara e vogliamo provare ad approfondirla.

A dare la prima notizia quasi una settimana prima delle altre testate è il portale dell’emittente televisiva americana FOX13: “Nephi. Giovane dice che lo svapo l’ha ridotta in coma, il peggior caso che i medici abbiano mai visto”. La notizia si è poi diffusa nei giorni a seguire, anche in Italia, e con toni perentori: lo svapo ha quasi ucciso una diciottenne.

La storia
Maddie Nelson, diciottenne dello Utah (USA), che dichiara di svapare regolarmente vapes, pens and special pens da 3 anni, racconta di aver accusato malesseri generici, quali disturbi respiratori, dolore ai reni, febbre, inappetenza e mal di testa.
Siamo tra la fine di luglio e gli inizi di agosto. I sintomi si aggravano e la giovane viene condotta urgentemente al pronto soccorso del Timpanogos Regional Hospital, dove le condizioni appariranno subito serie e si renderanno necessari il ricovero presso il reparto di terapia intensiva, l’induzione del coma farmacologico, la ventilazione meccanica e la terapia massiccia con corticosteroidi.
Fino a quel momento, Maddie era una ragazza sana e piena di vita, appassionata di motociclismo enduro, caccia, pesca e numerose altre attività all’aperto.
Dopo alcuni giorni critici, accudita dai medici e vegliata dai familiari e dal fidanzato Alberto, Maddie verrà trasferita in un reparto di degenza, dove recupererà la salute.

Maddie Nelson sulla sua moto, in compagnia del fidanzato Alberto

La diagnosi
I medici che l’hanno avuta in cura concluderanno che Maddie è stata vittima di una gravissima polmonite eosinofila acuta, complicata da un’infezione renale, e l’ipotesi è che lo svapo c’entri qualcosa. I medici le riferiscono che i suoi polmoni avevano accumulato un particolato di grasso, che relazionano al glicerolo contenuto nei liquidi e definiscono le radiografie dei suoi polmoni come le peggiori mai viste.
I medici spiegano a Maddie che: “Quando si inala umidità, si crea semplicemente l’ambiente perfetto per la crescita dei batteri all’interno dei polmoni e per l’inizio delle infezioni. E questo è fondamentalmente quello che è successo”.

I dubbi
Ben lungi dal mettere in dubbio le capacità dei medici che hanno avuto in cura Maddie, viene da chiedersi come sia possibile che il glicerolo, un polialcol a tre ossidrili, possa generare accumuli di grasso in un polmone. Un evento simile, fattore scatenante delle polmoniti lipoidee, è frequente in quelle situazioni in cui il soggetto è esposto ad aerosol contenenti vapori di olio, per cause professionali o di altra natura. Una condizione simile, correlabile solo indirettamente al vaping, sarebbe più plausibile se un soggetto svapasse oli, come accade nell’utilizzo dei dab carts, cartomizzatori illegali venduti al mercato nero contenenti THC disciolto in oli di varia natura (anche minerale).
La vicenda, tutt’altro che chiara, a questo punto, è resa ulteriormente complicata dal riconoscimento di una forma infettiva, che ha coinvolto anche i reni, e la relazione tra la patogenesi della malattia infettiva e lo svapo potrebbe essere anche un’ipotesi azzardata, peraltro senza il suffragio di una letteratura scientifica ben validata.

Una dab pen caricata con olio al THC

Le polemiche
La stampa è venuta a conoscenza dei fatti circa tre settimane dopo l’inizio e la conclusione della vicenda, tramite i post che Maddie Nelson ha pubblicato sul suo profilo Facebook, documentati con foto terribili della sua degenza in terapia intensiva e accompagnati dagli hashtag #vape #stopthevape #nosmoke, perché, dopo la grave vicenda, la ragazza si è trasformata in attivista anti-vaping e chiede che la sua voce venga diffusa in tutto il mondo. Numerosi i commenti di vicinanza per la sorte della ragazza, che adesso sta bene e appare in buona forma fisica in varie foto postate dalla stessa sui social.

Maddie Nelson finalmente in salute, dopo la sua triste vicenda

Tuttavia, all’indomani della pubblicazione dei vari articoli di stampa, parte della comunità mondiale del vaping è intervenuta nei commenti, anche aspramente.
Il dubbio principale ruota attorno a cosa abbia svapato Maddie e attraverso quali dispositivi, ma la ragazza tende a lasciar cadere nel vuoto le domande che a riguardo le vengono rivolte, in particolare quando le citano l’olio al THC e le dab pens. Il fatto che in America una bugia sia peggio di una verità taciuta (il caso Bill Clinton docet) non le è venuto in soccorso ed il silenzio non ha fatto altro che alimentare i sospetti e la polemica, portandola oltre il limite, tanto che anche la madre della giovane è intervenuta a difesa della figlia, finendo per essere contestata a sua volta.
Non ha sicuramente aiutato a quietare gli animi un video che la ragazza ha postato su Twitter in data 28 ottobre 2018, in cui si è fatta riprendere danzante, in abiti casual accessoriati da calzini bianchi decorati con quelle che hanno tutta l’aria di essere foglie di marijuana, mentre fuma una sigaretta rollata a mano di “dubbia” natura. In basso nel video, campeggia il titolo di una nota canzone di Snoop Dogg e Dr. Dre del 1992, in cui non mancano i riferimenti a droga, prostituzione ed armi. Il video, tra l’altro di qualità non eccellente, non prova nulla, se non che la giovane può essere definita anche fumatrice o, quanto meno, una consumatrice duale di svapo e fumo, pratica sconsigliatissima. Ma, immediatamente, nei commenti piovono gli screenshot del video e la polemica s’infiamma, accusando la giovane persino di aver sfruttato l’occasione per guadagnare soldi, avendo avviato una raccolta fondi per cercare di rientrare di quella parte di spese mediche non coperte dalla polizza assicurativa.

Sequenza di fotogrammi del video postato da Maddie Nelson su Twitter

Certo è che Maddie Nelson è assolutamente al corrente di cosa siano i dab carts, come testimonia un suo post ironico che li chiama in causa in un meme, ma, anche considerando i non chiari riferimenti che la giovane fa alle special pens e di cui le viene chiesto insistentemente conto, non è conveniente indulgere nelle conclusioni facili, soprattutto se mancano le prove e le ammissioni. Ed è altrettanto certo che i dab carts sono pericolosi, a causa delle procedure di estrazione del THC con prodotti chimici pericolosi e degli oli in cui il THC viene disciolto, come evidenziato nel corso dell’ultima triste vicenda in cui un cittadino dell’Illinois ha perso la vita.

Cosa pensa l’OMS del vaping?
Come ampiamente discusso nel precedente articolo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo WHO report on the global tobacco epidemic 2019 afferma che lo svapo sia indubbiamente meno dannoso del fumo, ma che necessiti di approfondimenti scientifici per capire, una volta per tutte, quanto sia comunque più pericoloso rispetto al non-fumo ed al non-svapo. Per cui, nessun allarme proviene dalla massima istituzione mondiale in materia salute, a dispetto di quelli pubblicati dalla giovane Maddie Nelson, a cui va comunque tutta la vicinanza per la triste vicenda che l’ha vista protagonista e l’augurio che non abbia mai più a ripetersi.


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