Ultimamente possiamo assistere ad un fenomeno allarmante, che merita la nostra attenzione. Ovunque su internet, in particolare nei mercatini di svapo, è un fiorire di vendite deregolate di aromi fatti in casa. È giusto o sbagliato?
Quanti frequentano il blog Alkemikosvapo.com conoscono gli argomenti che tratta e sanno che non ha mai perso occasione per scoraggiare iniziative “facili” tese a trasformare la passione pura per gli estratti homemade in una forma di commercio senza controlli.
In questo articolo non si vogliono analizzare i risvolti legali della vendita online di questi prodotti fatti in casa, né ci si vuole addentrare in questioni legate alla concorrenza scorretta che subiscono coloro che hanno investito nel professionismo, ma ci si vuole soffermare su un aspetto fondamentale: la sicurezza.
Chi ha la passione per gli estratti fatti in casa, dovrebbe saperne accettare i rischi correlati e destinare i propri prodotti ai propri atomizzatori. Inutile trincerarsi dietro al fatto che alcuni Professionisti di oggi abbiamo agito diversamente in passato. Gli errori degli altri non sono una scusante per i propri.
Fa specie che il fenomeno coinvolga anche Cantinari di recente scoperta, che, privi di buone capacità e di comprovata esperienza, fino a ieri affollavano forum e gruppi tematici, con domande tipiche del principiante, ed oggi si ergono al ruolo di esperti aromatieri.
Quindi, è alto il rischio di gettare via soldi in prodotti privi di qualsiasi valore. Ma questo è solo un aspetto secondario, anche se in tempi di crisi si dovrebbe dare più valore al proprio denaro. Il vero problema è che, per quanto il Cantinaro, anche di navigata esperienza, possa fare attenzione e lavorare nel pulito, i suoi prodotti homemade saranno ben lungi dall’essere sicuri.
Il primo rischio è quello legato alla natura della materia prima estratta.
Gli estratti fatti in casa possono contenere tutto ed il contrario di tutto. Alcuni tabacchi, per esempio, possono contenere additivi e contaminanti pericolosi per la salute. Chi sta scrivendo questo articolo garantisce di conoscere più di un Cantinaro che ignora volutamente questo aspetto e che fa circolare i suoi estratti pericolosi nei mercatini di svapo e in gruppi di acquisto privati. Lo stesso che scrive ha visto trinciati di ogni tipo finire in quelle boccette apparentemente innocue e a poco vale il pensiero poco consolatorio che quegli stessi tabacchi prima ce li fumassimo. Abbiamo scelto di svapare principalmente per smettere di fumare e non per cadere dalla padella alla brace.
In questo, la differenza tra un professionista vero ed un Cantinaro sta nel fatto che il primo è sotto la lente di ingrandimento degli Organi di controllo ed è tenuto a sottoporre ad analisi accurate la materia prima che impiega, scelta attraverso rotte diverse da quelle del tabacco destinato alla combustione. Lo Staff di Alkemikosvapo.com ha visto con i propri occhi un campione di tabacco Kentucky di un noto Produttore italiano, che prima di adottarlo lo ha sottoposto ad analisi accurate presso i laboratori chimici dell’Università Federico II di Napoli. Il Cantinaro, che non rende conto ad alcun Ente terzo, non potrà mai fornire le stesse garanzie ed anche chi dovesse giurare di utilizzare prodotti biologici e privi di additivi potrebbe mentire. Cosa non si potrebbe farebbe per il dio denaro?
Il secondo rischio, non meno importante del primo, è quello biologico. Un tabacco mal conservato e maneggiato in ambiente domestico, tutt’altro che sterile, potrebbe contaminarsi. Certo, il glicole propilenico ed il glicerolo vegetale mettono apposto molte cose, ma alcuni contaminanti, come le muffe, possono sopravvivere e, comunque sia, non saranno PG e VG a cancellare le tracce di eventuali tossine, come le aflatossine, prodotte dal microrganismo prima della sua uccisione.
Sempre chi vi scrive può garantirvi che ci sono Cantinari, di nome e di fatto, che estraggono in cantine, ignorando l’eventuale presenza di roditori ed insetti tipici di questi ambienti. C’è anche chi opera in case dove sono presenti animali domestici, che, per puliti che possano essere, sempre animali sono. Un aroma filtrato per ore in un imbuto e carta filtro potrebbe contaminarsi in men che non si dica.
Sempre a causa dei controlli e del rispetto per la salute del Cliente, il Professionista, che opera in laboratori sicuri notificati agli Uffici competenti, adotta tutte le contromisure del caso e effettua le opportune analisi microbiologiche sul prodotto. Ovviamente, il Cantinaro non può offrire le stesse garanzie.
Il terzo rischio è legato al trattamento ed alla conservazione del prodotto homemade. A livello professionale, la circolazione e l’imbottigliamento dei prodotti seguono procedure in ambiente controllato o, addirittura, in sistemi chiusi. Alcuni si affidano a sistemi che sterilizzano i contenitori attraverso i raggi gamma.
Un travaso manuale, senza guanti sterili, con le mani sporche e magari in boccette riciclate è qualcosa che dobbiamo mettere in preventivo.
Ci sarebbero molti altri rischi che meriterebbero menzione, ma, per dovere di sintesi, ci fermiamo qui e tanto è già sufficiente a comprendere che i prodotti homemade non devono essere né venduti e né acquistati.
Ai Cantinari va il solito invito al senso di responsabilità. Se si vuole diventare professionisti, bisogna investire nella giusta conoscenza, nelle giuste attrezzature, in luoghi idonei e nelle dovute autorizzazioni. La vendita sottobanco potrebbe minare la possibilità futura di fare il grande passo, sputtanandosi con prodotti di scarsa qualità o, peggio ancora, rendendosi responsabili di fatti spiacevoli. Al massimo, volendo essere un briciolo elastici, potrebbe essere tollerabile un assaggio tra amici fidati che condividono la stessa passione e che sono a piena conoscenza dei rischi in gioco, al puro scopo di confrontarsi.
Ai potenziali Clienti va l’invito ad astenersi dall’acquisto di questi prodotti ed agli incauti Acquirenti va il suggerimento di smaltire immediatamente i prodotti irregolari in loro possesso e di rivolgersi immediatamente al medico in caso di malori causati da un loro utilizzo, sperando che gli eventuali incidenti, una volta consegnati all’opinione pubblica, non vengano utilizzati in modo strumentale per attaccare ulteriormente il settore dello svapo.